Si intitola “Teatri e teatrini. Le arti della scena tra Sette e Ottocento nelle collezioni di Palazzo Madama” ed è il nuovo percorso espositivo che il visitatore del prestigioso ente civico torinese potrà visitare fino al 9 settembre compreso nel biglietto di ingresso scoprendo così il dietro le quinte degli spettacoli teatrali di due, tre secoli fa.
Allestita presso la suggestiva Corte medievale del Palazzo guidato con passione da Giovanni Carlo Federico Villa, la mostra è dedicata alla memoria della studiosa Mercedes Viale Ferrero (figlia di Vittorio Viale, direttore del Museo Civico d’Arte Antica di Torino dal 1930 al 1965 e definito dall’attuale “il miglior direttore europeo di musei dell’epoca“) e nasce da un’idea di un’altra studiosa, Clelia Arnaldi di Balme, che ne ha curato la realizzazione e l’allestimento.
Dietro alla messa in posa di quadri, fondali, bozzetti e perfino del ventaglio che, posto in una teca all’ingresso, raffigura i palchi dei teatri Regio e Carignano così come erano occupati dalle famiglie bene del 1780 c’è infatti un sapiente lavoro iniziato più di un anno fa e concretizzatosi nei tre mesi che hanno preceduto l’inaugurazione: “Si è trattato di recuperare, tra i tanti conservati, i materiali più adatti a fornire una visione completa del fenomeno – ha dichiarato durante l’anteprima stampa la curatrice – Una volta selezionati, si è provveduto a studiarne le possibilità espositive per tutelarne la conservazione ottimale e la sicurezza, non prima di averli restaurati, ove necessario“.
Il “fenomeno” oggetto di interesse è la messa in scena degli spettacoli in tutte le sue forme, dai raffinati teatri di corte agli apprezzati teatrini di marionette. Per il successo di un’opera, la scenografia era essenziale: l’originalità delle cosiddette “quinte”, la funzionalità degli effetti speciali garantiti dalle macchine sceniche, la ricchezza di costumi e decorazioni erano cruciali quanto il testo o gli interpreti.
Nel Settecento le mutazioni di scena (le cosiddette “comparse”) dovevano essere “molte, meravigliose e varie” e un secolo dopo potevano fare la differenza visto che la stessa opera era rappresentata contemporaneamente in luoghi diversi e la concorrenza era spietata: nel 1858, solo per fare un esempio, in una Torino abitata da 200mila persone, si diedero ben ventotto opere in musica in cinque teatri e solo due anni dopo si salì a quota quarantasei in nove.
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La mostra dà conto di questa varietà attraverso reperti come il dipinto di Giovanni Michele Graneri che ritrae l’interno del Teatro Regio di Torino (cui si rifanno anche pregevoli tavole di Filippo Juvarra) o i cinque dei quindici fondali giunti a Palazzo Madama nell’84 grazie al legato dell’ingegnere Mario Moretti che li rinvenne abbandonati in un deposito, li acquistò e li scoprì provenienti da un teatro in Via San Francesco d’Assisi dove lavorava la compagnia di marionette Lupi – Franco. A dimostrare che regale e popolare richiedevano la stessa maestria, le scene sono firmate dagli stessi pittori che operavano al Regio e al Carignano!