La scelta del Museo Nazionale del Cinema di inaugurare il 17 luglio la sua nuova mostra dal titolo “#FacceEmozioni” non è casuale: lo speciale open day con ingresso a un euro doveva cadere proprio il mercoledì in cui ricorreva “il giorno degli emoji”, ovvero delle simpatiche icone di cui sono infarciti i messaggi via social del terzo millennio. Non deve quindi stupire che alla conferenza stampa di presentazione dell’evento fosse presente Jeremy Burge, ideatore del World Emoji Day e inventore di Emojipedia: <<È davvero bello che si sia scelta la ‘mia’ data per inaugurare questa interessante esposizione sulla fisiognomica – ci ha raccontato visibilmente soddisfatto – L’occasione è ghiotta per sottolineare che, tra tante icone di cui oggi disponiamo sui nostri apparecchi, le più utilizzate risultano sempre e comunque essere le faccine. La più cliccata nel 2019? Da gennaio ad oggi, quella che sorride con i cuoricini intorno>>.
Le “faccine” cui fa riferimento Burge sono solo uno dei temi toccati dall’esposizione curata da Donata Pesenti Compagnoni e Simone Arcagni. Il sottotitolo della mostra è infatti “1500-2020: dalla fisiognomica agli emoji” ed il percorso – complesso, articolato e ambizioso – coinvolge non uno ma ben tre enti: Mole Antonelliana, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso: <<La mostra cerca di tessere le fila di un discorso le cui origini risalgono addirittura ad Aristotele – ha sottolineato Pesenti Compagnoni – L’idea nasce dalla riscoperta del ricco archivio di immagini facente parte della collezione privata di Maria Adriana Prolo sulla fisiognomica: la fondatrice del Museo Nazionale del Cinema aveva un concetto del mondo della visione estremamente allargato che andava al di là del solo cinema e abbracciava di fatto tutte le arti figurative>>.
L’interesse della Prolo per i tratti e le espressioni facciali ha portato i curatori a muoversi a ritroso nel tempo per un’analisi che, dai bestiari di Giovanni Battista Della Porta (1535-1615) e i testi di Johann Kaspar Lavater (1741-1801), passa per gli studi del pittore Charles Le Brun (attivo alla corte del Re Sole) e giunge ai nostri giorni: <<Ci siamo spinti fino alle nuove tecnologie – aggiunge Arcagni – Non solo l’animazione digitale che ci ha portati in pochi decenni dalla fissità di Pacman all’espressività di Assassin Creed, ma anche le più moderne applicazioni come il face-tracking la cui valenza va dal banale accesso al nostro telefonino all’antiterrorismo>>.
Al momento la mostra si articola su due sedi: alla Fondazione Sandretto c’è l’interessante personale “Paolo Cirio. Exposed” e al Museo del Cinema ad ospitare le 180 opere in mostra sono l’Aula del Tempio e la rampa elicoidale alla cui cima svetta la cupola della Mole Antonelliana che, a intervalli regolari, si “animerà” grazie ad una sorprendente installazione.
Da settembre, poi, “FacceEmozioni” si amplierà con la mostra “I mille volti di Lombroso”, con proiezioni al Cinema Massimo ed attività per le scuole.
Info su www.museocinema.it